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B comeLato B
Un puzzle da 100… 200.. o forse più elementi che si incastrano perfettamente l’uno nell’altro, a volte diversissimi tra loro ma dalla contiguità indispensabile affinché la loro strana unione possa dar vita ad un insieme ben definito e comprensibile. Questa può essere (anche se l’esempio potrebbe comodamente calzare per altre situazioni che viviamo quotidianamente) la sintesi che forma, avvolge e plasma il nostro mondo orbitante nella galassia del podismo. L’acido lattico, l’intersuola in EVA, la microfibra, l’emoglobina, il gps od il magnesio…. Dettagli apparentemente distanti anni-luce tra loro che, se analizzati singolarmente, portano a comprendere quanto siano fondamentali nella loro specificità e per la funzione per la quale esistono ma se invece considerati nella loro globalità, si rimane quasi basiti di come e quanto possa essere articolata e complessa questa nostra straordinaria passione, per molti riconducibile ad un solo e semplice gesto atletico. Ecco, sembrava una disquisizione quasi austera ma siete stati tratti in inganno, perché sotto traccia compare la fregatura camuffata dal famoso faceto che solitamente controbilancia ciò che a volte vuol essere serio.…bé…in fondo non tratteremo un argomento poi tanto burlesco… in quanto ciò di cui andremo ad analizzare è un elemento che la cui importanza è tra le prime in assoluto, anche se, per una incomprensibile questione retorica e fors’anche per una sorta di omertà, spesso quest’argomento circola a bassa voce nel vivissimo sottobosco podistico, quasi fosse un segreto carbonaro del quale però sono tutti a conoscenza. Se viene chiamato lato B, non lato K o W non è un per una motivazione causale. La “B” è la seconda lettera dell’alfabeto che viene dopo la “A”. Sembra una affermazione banale ma non lo è affatto…significa cioè che il fondoschiena, volenti o nolenti è considerato la seconda parte del corpo umano più importante dopo la faccia! Ippocrate può continuare a dormire tranquillo il suo sonno eterno, non ci sarà blasfemia nel considerare argomenti di anatomia umana, non siamo all’altezza ne si pretende di neppure pensarlo! La nostra trattazione è diretta verso il senso estetico “dell’oggetto” in questione.
Ora si tratta di capire il nesso che ha questa parte del corpo con il nostro sport….e di nessi ce ne sono a josa!!
image Coi primi, a volte ingannatori, tepori marzolini, capita sovente di vedere per stradine di campagna e piste ciclabili, orde di femmine che, lasciato il letargo invernale, dopo mesi di bagordi pre, durante e post-natalizi, si bardino con tute ginniche e scarpette da palestra volturate ad uso pedestre per iniziare il restauro fisico in vista dell’ ancor lontana stagione estiva. Una settimana ai primi di agosto al massimo splendore val 4- 5 mesi di sofferenza!
Questo è, per grandi linee, l’intendimento del popolino, che una volta appagato l’occhio per quel breve periodo di esaltazione ormonale, ricacci tute e scarpe, intesi quasi come strumenti di tortura, nell’armadio a riempirsi di ragnatele sino alla primavera successiva e così riprendersi le rotondità faticosamente smussate. Noi ci vogliamo soffermare su chi invece pratica la corsa tutto l’anno e ne goda dei suoi benefici, trasmessi in egual misura a tutti gli organi del corpo ma in particolare misura al nostro “alter ego”! Quanti di noi, dopo solo pochi anni di pratica podistica, hanno dovuto stravolgere il guarda-roba a “causa” delle taglie perse, sotto le mentite spoglie di miliardi di goccioline di sudore che cadono a pioggia sull’asfalto a volte corrodendolo e creando insanabili voragini perché ognuna carica di inenarrabili nefandezze? Oggi molti di questi personaggi esibiscono un popò del quale vanno segretamente fieri! Le testimonianze sui campi di gara si sprecano, specialmente nel caso delle podiste femmine, le quali hanno spesso le terga ben controllate da codazzi di maschi sbuffanti e gocciolanti, che a volte si fanno superare soltanto per bearsi successivamente del panorama che avranno davanti sino all’arrivo! Se si fa passare un messaggio come questo, lo si trasmette con la dovuta enfasi e lo si riesce ad inculcare nella mente delle persone, magari per mezzo di qualche ex culone anonimo che ora si è disintossicato, è probabile che si avrebbe un incentivo dei praticanti della corsa.
Parlare di lato “B” fino a non molto tempo addietro era quasi considerato un tabù, ora è arrivato lo sdoganamento ed anzi l’argomento è sempre più sulle pagine delle riviste, e non solo quelle patinate. Forse merita la promozione: magari a breve da lato “B”, farà un meritato salto di categoria, con gioia e tripudio di molti, guadagnandosi l’appellativo di lato “A”!
fff

1 commenti
  1. Paolo Negretto 24 giugno 2012 alle ore 09:24  

    chiamialo pure B, passerà come dici ad A, ma per me se lo é, sarà sempre un bel C..