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image Sabato, giorno precedente la gara, ero stranamente agitato. Non godevo di quella serenità che normalmente ho prima della partenza….

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Foto by Gilda

9 commenti
  1. Runners Valbossa 4 agosto 2009 alle ore 08:27  

    Ragazzi, un solo consiglio da uno che non ha mai corso in montagna, usate sempre la testa e non correte rischi inutili, Olmo capita l'antifona si è ritirato al sesto Km!!!!!

    Comunque sarà un'esperienza preziosa.

    il pilo

  2. Anonimo 4 agosto 2009 alle ore 10:35  

    lezione di vita che avrebbe bisogno il vostro "grande" Basoli .
    non so dov sia il neggia ma quelli dElla Valbossa "sicuramente" non verranno a correrci ed allora dal sito AV chiama a raccolta altre pecorelle perchè quelle del suo gregge forse è inutle che vengano invitate.
    ma in che piatto mangia questo?

  3. basoli 4 agosto 2009 alle ore 11:15  

    Allora, per prima cosa chiedo al nostro amministratore di non cancellare la mia risposta e tanto meno la cazzata scritta dal solito ingno e rante anonimo, così da permettere a tutti di intervenire.
    Prima osservazione: il non sapere dove sia in neggia mi fa pensare che sei veramente uno squallido podista.
    Seconda osservazione: la scalata al neggia è stata organizzata dal verbano (e non da me caro il mio stupidotto che non leggi bene le cose e tanto meno le sai interpretare) e io, essendo amico ed ex corridore biancorosso e sopratutto libero di correre dove cazzo volgio mi aggrego volentieri.
    Gli atleti e amici valbossini difficilmente verranno al Neggia in quanto troppo lontano da Azzate e zone limitrofe.
    Terza osservazione: mi piacerebbe tanto conoscerti però, purtroppo, questo mi è impossibile perchè come sempre l'invidia si nasconde dietro l'anonimato.
    Che bello constatare che il mondo è pieno di vili codardi che dispensano "lezioni di vita" vissuta intensamente!
    Ti saluto t.d.c.

    Andrea Basoli Runners Valbossa

  4. Runners Valbossa 4 agosto 2009 alle ore 11:46  

    Su espressa richiesta di Andrea, questa volta non cancellerò il commento di un anonimo "stupido" e la conseguente piccata risposta.
    Io ed Andrea non ci amiamo particolarmente e tra noi le critiche ci sono sempre state.
    Però mai volgari o gratuite.
    Scrivere cose non vere e palesemente provocatorie con il solo intento di metter zizzania è VERGOGNOSO.
    Noi non siamo un gruppo di beoti o pecoroni che seguono il primo che capita o diamo ascolto a sirene "stonate".
    Se ci fa piacere correre con Andrea (come settimana scorsa sulla Linea Cadorna), lo facciamo altrimenti ce ne stiamo a casa.
    Ricorda amico anonimo, quello che stai facendo è una cosa BRUTTA

    il pilo amministratore

  5. Il Poggio 4 agosto 2009 alle ore 12:13  

    Aggiungo che questo imbecille oltretutto interviene come commento ad un articolo con un argomento che non c'entra nulla sintomo che il quoziente intellettivo è uguale a quello di un vaso di geranei!!!

  6. tillo 4 agosto 2009 alle ore 12:22  

    ciao Poggio, concordo, quello che ci è capitato domenica lo ricorderemo penso per sempre. La montagna ci ha fatto capire quanto è bella e quanto va rispettata.
    Però lo spettacolo su in cima anche col tempo brutto era impagabile.

  7. gilda 4 agosto 2009 alle ore 14:21  

    Il commento dell'anonimo non merita alcun commento…sono invece contenta che il poggio abbia scritto rispetto a quanto è successo domenica. Rivedendo le foto posso dire che sabato noi eravamo assolutamente tranquilli e pronti per la grande sfida, non una nuvola su sua maestà lo Chaberton, le previsioni davano temporali per il pomeriggio, ma a quel punto noi saremmo già stati al riparo… Domenica mattina, sveglia alle 5.30, dalla tenda guardiamo in su e lo Chaberton è ancora libero da segnali funesti, ma da Cesana e Monginevro le nuvole viaggiano in fretta… la situazione precipita rapidamente… in particolare tra la partenza della maratona e la nostra. Appena dato il via inizia a piovere, per fortuna non ci sono lampi, ma in lontananza, là in alto, il temporale si sente e quelli della maratona ci sono dentro. Del tutto demotivata appena inizia la salita decido che non se ne parla più di correre e che oggi non è giornata di sfide anche se lo yeti è nel mirino, lo raggiungo e firmiamo un trattato di non belligeranza…. la pioggia non si ferma, comunque tutto bene finchè non arriviamo sul sentiero del colle, ed è lì che io che percepisco in tutta la sua forza la potenza della natura e la nostra fragilità. Salendo al colle dello Chaberton mi sento in un campo di battaglia della prima guerra mondiale, bombardata dalle frane, sotto una pioggia e un vento martellanti, con soldati che battono la ritirata e altri feriti che lanciano urla disperate per il dolore e la paura di morire, mi assale una fifa bestiale e penso che da lì in poi il mio unico obiettivo sarà quello di “portare a casa la pelle”. In realtà fisicamente io sto bene, non sono stanca e non ho freddo, ma mi sento tremendamente impotente. Un ulteriore colpo mi arriva dopo aver scollinato, ricomincia a piovere o forse addirittura nevica e il vento ti picchia addosso con violenza, non riesco più a trattenere le lacrime, mi dicono che mancano cinque chilometri tutti in discesa e allora tiro i remi in barca e pian piano vado giù, con la paura di nuove frane e guadando i torrentelli nati dal temporale. Solo quando approdo sulla strada sterrata mi torna la voglia di correre e a pochi metri dall’arrivo ricompare la spinta agonistica e sorpasso un ometto che mi trovo davanti. Dopo alcuni minuti smette di piovere ed esce un bel sole… esco dal locale e in quel momento marco scende da una macchina di ritorno da monginevro dove era andato a mangiare, mi guarda sorridente, capisco che lui ha visto un film completamente diverso dal mio, è anche un po’ dispiaciuto che abbiano fermato la maratona perché si sentiva in piena forma! Insomma tutto è bene quel che finisce bene. Non so se lo rifarei ma in fondo sono contenta di averla fatta, anche per me questa esperienza resterà indelebile.

  8. Anonimo 4 agosto 2009 alle ore 15:21  

    Bravi ragazze! Siete sani e salvi e questa è la cosa importante.
    Andrea, ma il Neggia lo fate da Vira? E' una salita stupenda, fatte tante volte in bici (ho un crono mica male di 54m che su 13km di salita e 1200m di dislivello ...) e molto dura!!!
    In bocca al lupo!
    dualMarco

  9. basoli 4 agosto 2009 alle ore 16:14  

    Ciao DualMarco;
    si, il Neggia si fa partendo da Vira, precisamente dal ponte del paese.
    Comunque per chi volesse partecipare, ci si ritrova a Luino per le 8:15 dal Gennaro (il gommista).
    Organizzate le macchine si parte per Vira.
    Ciao Andrea Basoli