Alle ore 9:30, puntuali come un orologio svizzero a cucù come quello della “casa del cucù e della filigrana” di Canazei, è partita la terza tappa che rappresenta anche il giro di boa della Traslaval.
Lo start è stato dato dal laghetto di Soraga e da qui la carovana del giro si è diretta verso la pista ciclabile che, dall’omonimo paese, risale verso Pozza.
Dopo neanche 1,5 km di pianura, il percorso si inerpica su di una strada forestale dalla pendenza più o meno costate e molto molto corribile.
Le sensazioni di tutti noi prima del via erano abbastanza negative ma, man mano che dalla salita ci si avvicinava al punto di scollinamento, le gambe iniziavano a fare il loro dovere.
Ovviamente una volta finita la salita e la parte in piano inizia la discesa e qui non bisogna aver paura di far girare le gambe il più forte possibile.
Con una discesa modello speedy gonzales, rallentata solo in prossimità dei tornanti, si è ritornati sulla pista ciclabile dove ad attenderci c’erano gli ultimi 2 km di gara non perfettamente piani e, ovviamente il nostro Frank con la sua macchina fotografica, pronto a immortalare gioie e sofferenze dei podisti.
Nel complesso questa tappa a regalato grandi sorprese a livello di classifica: il porta colori biancorosso Maurone conquista la 7° posizione, io risalgo in 13° e Cinzia mantiene e rafforza la 4° posizione femminile.
A parte qualche problemino di schiena per lo zio Simo, che all’inizio della discesa ha dovuto tirare i remi in barca (ma per le male lingue era solo una scusa per tallonare il culo della Nanu) e per il Perucchini, rallentato da un risentimento al polpaccio, il resto del gruppo Valbossa conferma le buone prestazioni dei giorni scorsi.
Con somma gioia di tutti, domani giorno di riposo per ricaricare le batterie mentre oggi…. camminata e a seguire sauna con idro.
Saluti dalla delegazione.
P.S.: Ora arriva il bello.
Oggi pomeriggio, dopo una lauta mangiata di pasta, per nostra grande sfortuna, il Simo, che stava quasi ronfando, obbligato da “noi altri” a seguirci per una camminata, ha pensato bene di portarci al rifugio Monzoni (un posto da paura, per sentito dire dallo zio Gabri e dal Maurone).
Come da copione, invece di prendere la strada più corta only asphalt, il buon zio ci ha condotti per irti sentieri sterrati.
Così anziché impiegarci un’oretta, ne abbiamo impiegate quasi due.
Bello il panorama ma lo spettacolo vero e proprio è arrivato quando abbiamo conosciuto il “Nello” cioè il proprietario del rifugio.
Un personaggio da sbarco e da sballo che fra una parola e l’altra è riuscito a farci lo sconto su ciò che abbiamo consumato guadagnando nel contempo ben un euro.
Dopo mezzora di cazzate, cazzatucole,e risate, ci siamo rimessi in cammino verso casa, questa volta però per la strada più breve.
Le gambette affaticate dalla tappa odierna hanno tirato un sospiro di sollievo quando, come un’”ancelo” caduto dal cielo, è comparso su una quattro ruote l’amico Raimondi che prontamente ci ha offerto un passaggio (che ovviamente io e Frank abbiamo gradito).
A documentazione del posto da paura, in allegato vi mandiamo delle foto, alcune delle quali mostrano l’orientamento che ognuno di noi avrebbe voluto prendere dopo la conoscenza del “Nello”.